L’Elogio della Follia, l’opera di gran lunga più famosa di Erasmo da Rotterdam, viene composto in una sola settimana e pubblicato nel 1511. Tutt’ora è senza dubbio uno dei testi più influenti e seminali della cultura occidentale. La Follia personificata compie un curioso e a tratti divertente elogio di se stessa. Il saggio, pur essendo una trattazione filosofica, si presenta, almeno in “superficie”, facilmente fruibile e comprensibile. Vengono citati dall’autore diversi esempi a favore della grandezza della Pazzia. Nella parte conclusiva il tono si fa più serio ed Erasmo affronta abusi e pratiche corrotte perpetuati, a suo avviso, dalla Chiesa cattolica. Il testo, composto in Inghilterra, viene dall’autore dedicato al suo amico Tommaso Moro. La sua fortuna letteraria, a distanza di 500 anni, ancora non si è esaurita.
Erasmo da Rotterdam (pseudonimo di Desiderius Erasmus Roterodamus) nasce a Rotterdam in una data incerta compresa tra il 1466 e il 1469. Teologo e filosofo ancora oggi di fama mondiale, vivendo a cavallo tra la fine del Medio Evo e l’inizio del Rinascimento, è partecipe di un periodo di grande rinnovamento spirituale e culturale. Viaggia molto (Italia, Inghilterra, Svizzera) e gioca un ruolo da protagonista nel dibattito teologico di quegli anni. Alla Riforma di Lutero si contrappone infatti la Controriforma della Chiesa cattolica. Anche Erasmo è a suo modo un riformatore, ma rappresenta soprattutto l’alfiere indiscusso dell’Umanesimo cristiano. Tra le sue opere ricordiamo: l’Antibarbarorum Liber, gli Adagiorum collectanea e l’Enchiridion. Muore a Basilea il 12 luglio 1536. Una curiosità: in suo onore e alla sua pratica di viaggiare molto è stato intitolato il famoso programma universitario Erasmus.