Eugénie Grandet (1833) è uno dei romanzi più famosi di Balzac, probabilmente per la sua forza espressiva e la compostezza delle descrizione che lo rendono un perfetto congegno narrativo. Incentrato sul gusto e l’importanza del denaro e della ricchezza per un avaro, racconta la storia di Grandet un commerciante che ha accumulato un’enorme fortuna anche facendo vivere in ristrettezze la figlia Eugenié e la madre. La ragazza, molto corteggiata in quanto ricca ereditiera, si innamora però del cugino Charles, colpito dal fallimento del padre; Eugénie gli dona tutti i suoi risparmi per permettergli di partire alla volta delle Indie e cercare così fortuna. Prima di partire Charles le fa una promessa d’amore che potrà concretizzarsi solo al suo ritorno con il matrimonio. Varie vicende si alterneranno, ma ciò che resterà sarà comunque una concreta certezza: l’intera vita di Eugénie sarà segnata dalle scelte del padre e dalle pieghe che i fatti prenderanno, seguendo l’importanza della ricchezza.
Honoré de Balzac nasce a Tours nel 1799. Appartenente a una famiglia della media borghesia (solo nel 1830 lo scrittore aggiungerà il “de” al suo cognome), inizialmente studia giurisprudenza a Parigi, ma segue anche dei corsi di letteratura alla Sorbona. Nel 1819 i genitori gli concedono di dedicarsi alla sua vocazione letteraria ma le prime opere non vengono accolte con lo sperato consenso. Dopo alterne vicende solo nel 1829 pubblicherà un romanzo storico Gli Sciuani che, ottenendo un buon successo, darà il via alla sua carriera letteraria. Tra le sue opere più conosciute ricordiamo Papà Goriot (1834) e soprattutto la Commedia umana, progetto ambizioso iniziato anch’esso nel 1834 e sviluppato in vari anni, in cui pensa di far comparire in un unico romanzo tutti i personaggi delle sue precedenti opere e grazie al quale approfondirà quel “realismo visionario” caratteristica d’analisi dei suoi scritti. Muore a Parigi nel 1850.